Le mie convinzioni sugli effetti dell’HIIT sono sempre più fondate e supportate dalla ricerca scientifica, come si evidenzia in questo articolo recentissimo, Novembre 2018, pubblicato sulla rivista Journal of Strenght and Conditioning research, a cura di Franchini E., Cormack S. e Takito MY.
Gli sport da combattimento rappresentano circa il 25% di tutte le medaglie olimpiche disputate, e il successo in questi sport è determinato dall’eccellenza tecnico-tattica e supportato da uno sviluppo fisiologico e psicologico.
Sebbene l’allenamento negli sport da combattimento sia un allenamento intermittente per natura, alcuni ricercatori hanno iniziato a focalizzare la loro attenzione sugli effetti dell’addestramento complementare ad alta intensità (HIIT), complementare all’allenamento sportivo specifico per gli adattamenti morfologici, fisiologici e prestazionali.
Pertanto, in questa revisione sistematica, abbiamo mirato a verificare gli effetti dell’HIIT su queste variabili.
Sono stati presi in considerazione un totale di 117 articoli nei database elettronici Pubmed, Scopus e Web of Science, per un totale di 228 atleti (138 atleti di judo, 40 atleti di taekwondo, 18 pugili, 17 atleti di karate e 15 lottatori), e sono stati effettuati studi su 9 atleti (5 con atleti di judo, 1 con pugili, 1 con atleti di karate, 1 con lottatori, e 1 con atleti taekwondo).
I protocolli HIIT studiati non hanno generato alcun cambiamento nella percentuale di grasso corporeo o nella massa corporea, ma hanno portato ad aumenti di VO2max o VO2peak, variando dal 4,4 al 23,0%.
Tuttavia, il vantaggio più osservato dei protocolli HIIT è stato un aumento del fitness anaerobico, rappresentato dai miglioramenti nella potenza e capacità anaerobica.