Sono stato inviato come relatore a questo convegno che si è tenuto nell’aula multimediale del Comune di Monserrato, alla presenza del Sindaco e Vicesindaco, e di Dottori e Professori che hanno affrontato l’argomento ciascuno secondo il punto di vista della propria materia.

Io dovevo parlare dell’educazione sportiva.

Ho portato la mia testimonianza, maturata in 22 anni di insegnamento, spaziando dall’esperienza che tutti i giorni vivo dai bambini di 4 anni, sino agli adulti di oltre 50.

Dal bimbo che non voleva allenarsi senza la presenza del fratellino, alla bimba che non riusciva a muoversi per l’apprensione dei genitori, e non ultimi i ragazzi che arrivano con l’autostima sotto i piedi che non riescono neanche a guardarti negli occhi quando gli parli.

 “Ho sentito “voci” sull’incontro. Il tuo intervento è piaciuto tanto. E anche a me, molto. Hai affrontato e centrato alla grande argomenti complessi che solo un Maestro come te riesce ad offrirli e renderli semplici”

Gli insegnanti danno la loro vita nella palestra, non solo il loro tempo libero, alcuni si liberano da impegni di lavoro per inseguire una passione, altri tolgono tempo e spazi ad affetti perché per loro l’insegnamento ha un valore inestimabile.

Tuttavia, per quanto si possa aver studiato, e si sia preparati, nulla ci solleva dalla possibilità di sbagliare. Possiamo fare 100 cose giuste, possiamo rivedere le nostre posizioni e dare 100 opportunità ai nostri allievi, ma comunque aspettiamoci di pagare il primo e sicuramente ultimo errore che faremo.

Mediare è importante, ma deve avvenire dall’incontro delle due parti, con la volontà di ciascuno di rinunciare a “qualcosa di proprio” per la risoluzione del problema.

A noi insegnanti spesso questa opportunità non viene data. Allievi o genitori, sentendosi al di sopra delle parti in virtù del proprio bene, decidono in autonomia, escludendo la possibilità agli insegnati di esprimere il loro punto di vista, o anche ammettere di aver sbagliato.

E io proprio nei giorni scorsi ho sbagliato, e dato che chi sbaglia paga, sto pagando con la perdita di due allievi.

Cerco di dare ogni giorno la parte migliore di me, non sempre ci riesco evidentemente, ma questo significa che devo imparare dai miei errori e migliorarmi, proprio come si fa con le sconfitte, la parte difficile è rialzarsi e ripartire con più motivazione.

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