Gabriele ha 20 anni, ha iniziato a praticare da bambino, ma dopo qualche tempo ha interrotto.

Ha iniziato nuovamente a praticare qualche anno fa, ormai quasi maggiorenne, ed è riuscito ad essere molto costante, e questo gli ha permesso di migliorare tantissimo.

Gabriele è un ragazzo fisicamente grande e forte, ma allo stesso tempo decisamente introverso, fondamentalmente timido con chi non conosce.

So di avere la sua attenzione e la sua stima, come lui ha la mia, tuttavia non è una di quelle persone con le quali facciamo grandi discorsi. Ho capito che lui è così, gli piace allenarsi, si da tanto da fare, vuole avere dei risultati e so che ci arriverà perché è un gran testardo (lo dico con tantissimo affetto).

“Ho iniziato a praticare molto piccolo, a quell’ età tante volte non si capisce l’importanza che ha nella vita una disciplina come questa. Ho praticato perché mia madre voleva farmi fare un po’ di movimento, mia sorella praticava di già, così la sua presenza mi avrebbe invogliato.

 Non è durata tanto, tuttavia ho ripreso la pratica a 17 anni,  e di tutte le persone con cui mi allenavo da bambino non ce n’era neanche una. Ho fatto conoscenza con i ragazzi del mio turno, facilitato sia dal fatto che ci fosse sempre mia sorella, sia che a quel turno eravamo in pochi.

Ho dovuto imparare tutto da capo, perché non ricordavo nulla, e dopo un paio di mesi ero quasi arrivato alla forma che apparteneva alla mia cintura, non le facevo perfettamente come non le faccio tuttora, ma penso che potrei impegnarmi di più.

Dopo qualche mese al gruppo si sono unite alcune cinture nere, all’inizio ero spaesato, perché non sono un tipo che parla molto, sopratutto con persone che non conosco, ma è andato tutto bene. Con loro non ho fatto tante competizioni, ma quando ho avuto bisogno di loro, ci sono stati per me e spero sia sempre così.

Ora non voglio fare l’errore di fermarmi come ho fatto da bambino, vorrei continuare e non fermarmi più. Questa arte mi ha insegnato tante cose, ma credo che al punto in cui sono sia solo una piccola parte, e spero che continui a insegnarmene altre.”

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