interventi e strategie preventive per contrastare la cultura del non rispetto

A cura della Dott.ssa Francesca Frau, Pedagogista ed Educatrice

Il bullismo e il cyberbullismo rappresentano fenomeni in crescita costante che colpiscono un numero considerevole di bambini e adolescenti, con gravi ripercussioni su benessere emotivo, sviluppo socio-relazionale e prestazioni scolastiche.

Negli ultimi anni si sono tenute in Italia tantissime conferenze sul tema, gli ultimi studi e le ricerche divulgate dall’Osservatorio Nazionale Bullismo e Doping durante il convegno dal titolo “Bullismo vs Cyberbullismo – Lo sport come attività di prevenzione” raccontano il disagio giovanile odierno e le criticità ad esso correlate, gli effetti devastanti del bullismo: «Il suicidio, spesso per bullismo o cyberbullismo, è la seconda causa di morte tra i giovani in Italia. Un adolescente su due subisce molestie di vario genere e il 20% è vittima di veri e propri atti di bullismo. Il 70% vive nel terrore di finire nelle grinfie di un bullo, l’11% di chi ha subito violenze di questo tipo ha tentato il suicidio, il 77% è in preda alla depressione ed il 30% pratica autolesionismo».

Tale scenario ci obbliga dunque a riflettere, in quanto educatori, circa la complessità del fenomeno come sfida educativa e responsabilità sociale.

Le ricerche condotte dall’ONBD e i dati da brivido ci suggeriscono non solo la necessità di strutturare interventi educativi seguendo un approccio ecologico, che includa dunque una progettualità pedagogica di rete e sinergica tra le principali agenzie educative, ma anche di programmare strategie operative e pratiche di prevenzione funzionali al monitoraggio e al contrasto del fenomeno che rappresenta oggi un’emergenza educativa e sociale, mediante la definizione di un sistema di buone pratiche condiviso di controllo e gestione della violenza.

Sempre più ricerche scientifiche condotte da psicologi e pediatri confermano gli effetti benefici che le arti marziali hanno sui bambini e ragazzi nell’età dello sviluppo. Alcune tra le più celebri università statunitensi ci hanno dimostrato scientificamente gli effetti benefici della pratica, come un incremento oggettivo delle capacità di concentrazione e gestione dello stress, acquisizione di competenze comunicative e relazionali, promuovendo disciplina e autogestione, sviluppando dunque un’organizzazione mentale adeguata che regola e favorisce la propensione a costruire i processi decisionali in maniera responsabile. Significativi benefici inoltre riguardano l’autostima, i processi di autoefficacia e di costruzione identitaria.

Una scuola di Taekwondo è una scuola di non – violenza. A tanti può sembrare contraddittorio ma è in tal senso importante fare alcune precisazioni: le tecniche apprese verranno infatti utilizzate per difendersi, e mai per aggredire. Il taekwondo, così come le altre arti marziali, permettono di rinforzare non solo il corpo, ma anche la mente e lo spirito. Attraverso la pratica, infatti, si acquisisce controllo del proprio veicolo psicofisico. L’allievo apprende l’autocontrollo della forza fisica e dell’energia mentale, imparando a gestire le proprie emozioni.

 Le arti marziali insegnano la disciplina, il rispetto nei confronti dei compagni, del maestro e dell’ambiente. Sviluppano coordinazione e controllo motorio, dinamismo e flessibilità, resistenza, consapevolezza corporea e sicurezza personale. Il taekwondo, favorendo socializzazione e condivisione, supporta l’acquisizione di competenze sociali e relazionali e l’incremento delle abilità adattive del praticante. Promuove lo sviluppo globale dell’individuo, la consapevolezza del proprio sé, attivando in maniera efficace quell’insieme di processi che interessano positivamente tutte le dimensioni della personalità individuale e i processi di costruzione dell’autostima.

Gli sport come il Taekwondo appartengono all’area degli sport situazionali, caratterizzati da attività neuro-cognitivo-motoria particolarmente efficace per lo sviluppo di una serie di funzioni di fondamentale importanza per lo sviluppo dell’individuo in età evolutiva. Infatti, si tratta di sport che sotto il profilo antropologico hanno segnato in modo evidente il percorso evolutivo dell’Umanità. Le arti marziali, per le loro caratteristiche e le evidenze scientifiche rappresentano oggi una strategia di prevenzione nonché un metodo educativo alternativo di risoluzione di fenomeni di violenza, bullismo e di disagio giovanile, un valido strumento inoltre di lotta alla dispersione scolastica e all’emarginazione.

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